Sono diversi gli eventi nella vita di un individuo che possono interferire con il suo normale equilibrio psicofisico ed emotivo, portandolo a vivere sentimenti d’intensa tristezza, ruminazione sulla perdita, insonnia, scarso appetito e perdita di peso. Sono tutte reazioni che possono assomigliare a un episodio depressivo, ma in realtà rappresentano risposte fisiologiche, “naturali” e non tutte sfociano necessariamente in una depressione permanente.
I disturbi dell’umore sono un insieme di patologie tra loro piuttosto differenti, ognuna delle quali è caratterizzata da alcuni sintomi specifici. La caratteristica comune di tutti questi disturbi è l’alterazione patologica del tono dell’umore, che crea marcato disagio psicologico con umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni somatiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo, oltre a problematiche nel funzionamento sociale e relazionale.
Ciò che però li caratterizza tutti è l’alterazione patologica del tono dell’umore che crea marcato disagio psicologico oltre a problematiche nel funzionamento sociale e relazionale.
Le alterazioni del tono dell’umore sono principalmente:
Alcune persone sviluppano solamente la tendenza a presentare un tono d’umore basso alternato a momento di eutonia (umore in equilibrio) e si parla quindi di depressioni unipolari. Altri sviluppano invece un disturbo in cui si alternano momenti di depressione e momenti di mania (o ipomania). In questi casi si parla di disturbi bipolari o depressioni bipolari. In generale, quando il sintomo principale è un’alterazione del umore allora possiamo parlare di disturbo dell’umore.
Si stima che ne soffra più del 11% della popolazione generale. Il disturbo depressivo maggiore è il disturbo dell’umore più conosciuto e maggiormente diffuso.
Secondo molti studi è il disturbo con il più alto trend di crescita soprattutto nella cultura occidentale. Nel mondo, l’incidenza dei disturbi dell’umore è seconda solamente ai disturbi d’ansia e colpisce quindi una larga parte della popolazione mondiale. In Italia, secondo gli studi del European Study on the Epidemiology of Mental Disorders , la prevalenza di depressione maggiore e distimia nell’arco della vita è dell’11,2%. È quindi relativamente frequente sviluppare nel corso della vita disturbi dell’umore e differenze di genere.
Per quanto riguarda i disturbi depressivi è osservata una netta prevalenza del disturbo nelle donne (circa il doppio rispetto agli uomini).
Anche se alcuni studi osservano come questa tendenza scompaia con l’avanzare dell’età. In età geriatrica, quindi per persone che hanno superato i 65 anni, la depressione senile sembra infatti colpire indistintamente uomini e donne. Per quel che riguarda invece il disturbo bipolare non c’è differenza tra sesso maschile e femminile.
Il DSM 5 è il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali ed è considerato il manuale di riferimento per la psichiatria a livello mondiale. Nel DSM 5 i disturbi dell’umore sono stati suddivisi in due categorie distinte: Nonostante siano entrambi disturbi dell’umore, il DSM 5 preferisce dividerli in due categorie per le differenze peculiari di queste due particolari categorie di disturbi. Esistono infatti due capitoli differenti, uno destinato ai disturbi bipolari e correlati e l’altro per i disturbi depressivi.
• i Disturbi Depressivi
• i Disturbi Bipolari
• Disturbo depressivo maggiore;
• Distimia (disturbo depressivo persistente);
• Disturbo disforico premestruale;
• Disturbo depressivo indotto da sostanze/farmaci.
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